giovedì 13 settembre 2012

QUELLE GIORNATE UN PO' COSI'... CHE ABBIAMO NOI CHE ESPATRIAMO IN CINA

Le giornate un po' storte si riconoscono subito. E quella di ieri dovevo aspettarmelo che sarebbe stata una di quelle. Ha cominciato la pupella la mattina presto, a dire che non voleva andare a scuola. Arrivata in classe, si è aggrappata alla mia gamba piagnucolando mamma mamma, e non voleva mollarmi. Io avevo due occhi così, perché con lei non mi è mai, dico mai, successo di vederla piangere per andare a scuola! La maestra ha dovuto prenderla di peso, dopo dieci minuti di "ma dai, su vai a giocare, guarda che bello" etc etc. Lei con gli occhi rossi e lo sguardo terrorizzato, io con un magone così che mi ha tenuto compagnia tutta la mattina.
Quindi, serena e contenta (capirai!) sono andata alla stazione di polizia per richiedere l'estensione del mio visto turistico (perché ovviamente, come volevasi dimostrare, non siamo riusciti a fare in tempo tutte le carte per quello definitivo, agganciato al visto di lavoro del papi viaggiante). Abbastanza veloci e organizzati mi aiutano a compilare i moduli, mi mandano in un altro sportello dove un giovane poliziotto finisce di compilare e mette gli ultimi timbri, questo rispondendo a innumerevoli telefonata sul cellulare (saranno state di lavoro? Non indaghiamo, tanto non capivo niente) e pure chiacchierando animatamente con le sue colleghe, tutte intorno a lui a starnazzare (dev'essere uno molto quotato... in effetti anche ai miei occhi occidentali pareva carino, non so se gli standard di bellezza sono gli stessi però...). Comunque lui faceva molto il figo. Devono divertirsi molto in quell'ufficio. Alla fine lui mi dice "pay money" e io cado dalle nuvole. Come una stupida non ho pensato che i visti costano, e mi sono portata dietro poche lire. "Credit card?" dice lui. Ehm... io non ce l'ho. PEZZENTE! Ho detto che tornavo a casa a prendere i soldi.
In strada ho visto che c'era la pensilina del bus e, baldanzosa, ho letto le fermate (tutte scritte in caratteri cinesi, eh?!) ed ho riconosciuto la mia via. "Vabbé vado in autobus, dai!" mi sono detta. Solo che il bus, ben lungi dal dirigersi verso il mio compound, andava sempre più lontano, verso la zona industriale, su per una superstrada, verso la periferia... "devo aver sbagliato qualcosa!". CERTO! Io ho guardato la direzione delle fermate da sinistra a destra, ma qui la scrivono da destra a sinistra. C'era anche una bella freccia, ma io non l'ho notata. Così mi sono fatta una gita turistica di un'ora nella periferia di Suzhou. Alla fine il bus, dopo aver fatto sosta al capolinea (non vi dico le risate quando l'autista, sceso per fumarsi una sigaretta, mi ha visto e mi ha chiesto dove dovevo andare), è tornato indietro e finalmente sono arrivata a casa, ho preso di corsa i soldi e sono tornata a pagare (in taxi!)
Per fortuna il resto della giornata è stato piacevole e senza incidenti, ho portato i pupi in un nuovo parchetto, ho fatto conoscenza con altre mamme di tutto il mondo. 
Ma per finirla in bellezza, la sera ho messo su una lavatrice e non mi sono accorta di aver raccolto con la biancheria anche un pannolino (usato...) del torello... vi lascio immaginare cos'è uscito da quel cestello...

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