martedì 26 agosto 2014

ROUTINE E CAMBIAMENTI


È bello ritornare alle cose di sempre. Le solite (più o meno) piccole cose che ti danno sicurezza e ti fanno sentire di essere tornato nella “tua” vita.
Sì perché ormai l'Italia per noi è il “posto della vacanza”, la nostra casa italiana è sempre comoda e confortevole e gli amici sempre calorosi, ma l'atteggiamento col quale viviamo là è diverso. Sappiamo che, dopo un certo periodo di tempo, torneremo altrove, a quella che è diventata la nostra vita “normale” fatta di scuola, di lavoro, di occupazioni giornaliere.
Per essere in Cina, mi aspettavo di trovare più cambiamenti dopo un mese e mezzo di assenza. Invece sembra quasi tutto uguale. Okay, a scuola qualche faccia non si vede più e alcuni maestri sono cambiati. Nel negozietto di prodotti importati sotto casa hanno tolto il banco dei salumi e cambiato la disposizione dei cibi. Il tizio che chiamavamo per le manutenzioni dell'appartamento si è licenziato ed è tornato nella sua “hometown”, lasciandoci nelle mani di un nuovo, sconosciuto manutentore. La mia amata compagna del corso di cinese, una dolcissima signora francese, ha deciso improvvisamente di non tornare a Suzhou a causa di problemi familiari.
Ma sono cambiamenti minimi rispetto a quelli a cui sono abituata in Cina.
Qua la vita gira a un ritmo vorticoso al quale, nella statica Italia, non siamo abituati: i palazzi vengono su nel giro di mesi (si lavora anche di notte), i negozi aprono e chiudono alla velocità della luce (e ho imparato una regola importante: se vedo qualcosa di carino in un qualsiasi negozietto, non devo mai pensare “Ci torno la prossima settimana”, potrebbe essere che la volta dopo quel negozio non esiste più!), le persone cambiano lavoro come cambiarsi un paio di scarpe e non si fanno problemi a trasferirsi in città diverse per cercare un futuro migliore. E gli expat vanno e vengono in continuazione.
Alle volte sembra di vivere camminando sul pack artico, senza punti fermi. Un buon esercizio di flessibilità mentale, senza dubbio!
Anche io ho deciso di cambiare un poco il blog. Se qualcuno di voi se lo ricorda, sotto il titolo c'era la scritta “Il cibo quotidiano parla al posto mio”. Ho deciso di toglierla. Quel collegamento al cibo mi vincolava, mi costringeva a trovare argomenti e foto ad esso correlati e, sebbene io abbia ancora tante cose da raccontarvi, mi cristallizzava inutilmente perché magari non trovavo il titolo o la foto giusti. All'inizio mi era sembrata un'idea simpatica e mi ha dato la spinta per scrivere settimanalmente, ha perfino condizionato la scelta del nome per il blog, ma ora (come scrivevo qualche post fa) mi sento pronta a crescere un poco.
Sono due anni già che vivo in Cina e che scrivo il blog. Quando ho iniziato forse non credevo che avrei scritto così a lungo. Sebbene a volte senza costanza e, certamente, senza una produzione giornaliera di post, ho mantenuto viva la mia voglia di scrivere di questa avventura. E ora sento davvero il bisogno di condividere con voi pensieri più profondi e argomenti più complessi rispetto alle storie familiari dell'inizio. Per carità, ci saranno anche quelle: Cucinanto manterrà il suo carattere senza pretese! Lungi da me prendermi troppo sul serio! Ma voglio iniziare la nuova stagione con entusiasmo e dando al mio “bloggino” una botta di vita che da troppo tempo gli manca.

domenica 3 agosto 2014

CHILI DI TROPPO OVVERO: LA PALESTRA IN CINA


 Uno dei terrori dell'italiano che rimpatria per le vacanze è quello di non riuscire a contenersi di fronte a mozzarelle di bufala, formaggi, salumi, pranzi domenicali dalla nonna e chi più ne ha più ne metta, e ritornare nel paese ospitante con alcune taglie in più.
Io, ad esempio, lo scorso dicembre non mi sono minimamente contenuta di fronte a zamponi e torroni e le vacanze di Natale in Italia mi hanno regalato parecchi chili in più che mi appesantivano il fisico e anche il cervello.
Non sono mai stata una sportiva in vita mia, ma urgeva una soluzione drastica: fare dieta e iscriversi in palestra!
Così, complice il tempo libero da “tàitài”, mi sono iscritta nel club sotto casa, grazie anche alle insistenze di un'amica che lo frequenta già da tempo e che ha promesso di aiutarmi nei primi passi.
Il primo giorno avevo appuntamento con la suddetta amica verso le undici. Mi ha detto “Se arrivi prima, inizia intanto a correre!” Come? Proprio io che non avevo mai visto un tapis roulant in vita mia?
E difatti lei è arrivata in ritardo. Dopo cinque minuti che bighellonavo, non potevo ormai più esimermi da cominciare il mio movimento fisico. E così sono salita su quella macchina sconosciuta. Panico. Che vogliono dire tutti 'sti bottoni? Ecco che mi si avvicina un istruttore: fisico (ovviamente) muscolosissimo, tatuaggi tribali sui bicipiti e capelli rasati sotto e col codino sopra. Insomma, un personaggio. Mi guarda con sguardo condiscendente e inizia a spiegarmi brevemente come funziona l'aggeggio infernale. Rossa in faccia, lo ringrazio e inizio a camminare.
Ora che sono mesi che frequento il centro, mi immagino come doveva essere il mio aspetto quando sono entrata nella sala macchine: come un condannato che si aspetta la pena capitale. Perché, sì, in questo periodo mi è capitato di vedere altre signore entrare a spalle gobbe e testa bassa, cercando di nascondersi con lo sfondo, interdette e sperdute di fronte alla tecnologia dei nastri.
Qualche piccola precisazione sulle palestre in Cina: non è come da noi, che nel prezzo dell'abbonamento l'istruttore ti dà un'occhiatina, ti prepara una scheda e ti mostra a grandi linee come funzionano le macchine e come devi posizionarti per fare bene gli esercizi. Qui, se vuoi l'istruttore, te lo paghi. Si chiama personal trainer. Probabilmente nella mia vita cambierò idea anche su questo, ma per ora non ho intenzione di farmi pesare e misurare (e sentirmi dire che devo perdere almeno dieci chili e che ci metterò secoli), farmi massacrare con esercizi sadici (li ho visti, eh, che robe fanno fare! Anche se dopo, per consolarti, ti fanno un massaggino su spalle e schiena!).
Sarà che erano vent'anni che non mettevo piede in palestra, ma mi sembra che i frequentatori del fitness club in Cina siano meno fighetti di quelli nostrani. In questi mesi ho messo l'occhio su vari personaggi interessanti:
LA BALLERINA mettiamo subito in chiaro una cosa: le asiatiche vanno in palestra per motivi diversi rispetto a quelli delle occidentali. Non hanno un filo di grasso, un grumetto di cellulite. Non hanno bisogno di sfiancarsi con ore di corsa e cross-trainer.
Lei è entrata, capelli al vento. Sottile come una canna di bambù. Si è messa a camminare sul tappeto, con una velocità da lumaca. Ogni tanto muoveva le braccia con sinuosi gesti. Io, mentre sudavo sui legs curl, la guardavo con un misto di stupore e ammirazione. La stessa cosa ha fatto sul cross-trainer, lenta e sinuosa, le braccia che svolazzavano in aria come quelle di una libellula. Non potevo fare a meno di fissarla e mi ha pure notata. Che figuraccia.
IL NONNO SPRINT età: over (parecchio over) 60. Prima cammina sul tappeto. Poi si fa tutte (ma dico tutte) le macchine della sala. Bassino, magro, ma con un fisico asciutto da far invidia ad un ventenne. Peccato la canotta con bordino leopardato... là mi ha perso punti!
LA TORELLA: lei non è asiatica, ma occidentale. Bionda. Non so di dove. Fisico piuttosto tozzo, sicuramente non snello. Ma muscolosissimo. È arrivata vestita di tutto punto e si è messa sul tappeto di fianco al mio. Mentre io trotterellavo la mia corsetta lenta, lei ha mandato la macchina in piena e sentire lo sbattere pesante dei suoi passi rapidissimi mi ha fatto venire il fiato corto. Poi ho visto che aveva appuntamento col suo personal trainer: sembrava Rocky in allenamento! Agressiva!
IL MILITARE: altro esempio degli over 60 cinesi in piena (mi dicono che è gente che, volente o nolente, ha fatto movimento tutta la vita, ecco perché hanno fisici così ben formati). Nella mia testa mi sono fatta l'idea che sia un militare in pensione... forse perché mentre cammina sul tappeto guarda alla TV soap di guerra (ah, le soap cinesi! Altro argomento da trattare sicuramente!), forse per il fisico massiccio e l'aria marziale. Nemmeno lui scherza con gli allenamenti. Peccato per la pancia prominente... rovina tutto l'effetto d'insieme.
In ogni caso, la palestra è stata utile. E non avrei mai pensato che, durante le mie vacanze italiane, sarebbe stata una delle cose che più mi sarebbero mancate della mia vita cinese!

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