Sono emozionata quando entro nel taxi e dico all’autista di portarmi al Kowloon Hospital, che in cinese si dice Jiu Long Yi Yuan (e ovviamente il tassista non mi capisce e devo ripetere la destinazione mille volte… ma in nove mesi avrò tempo di imparare a pronunciarlo alla perfezione!).
Io e il Papi Viaggiante andiamo dritti al secondo piano, dove sappiamo essere il “VIP”.
Mi avvicino al bancone dietro al quale stazionano alcune giovani infermiere biancovestite e, timidamente, dico che sono incinta.
“Del mio terzo figlio!” aggiungo in fretta, convinta che questo possa giustificare in parte i miei capelli striati di grigio e le rughette intorno agli occhi: come ho già detto, il fatto di essere una gravida ultraquarantenne (cosa che in Italia non mi farebbe batter ciglio) qua in Cina mi fa sentire un po’ troppo fuori dal coro (e, come leggerete, in ospedale non mancheranno mai di farmi sentire ancora più vetusta).
“Signora, noi cominciamo le visite dopo la dodicesima settimana!” mi dice l’infermiera, dandomi un foglio di carta con tutto il calendario delle visite, settimana per settimana, scritto in inglese.
“Ah… OK…” rispondo perplessa. In Italia ti fanno l’eco già a sei settimane…
Torniamo a casa con le nostre belle cartuzze: il calendario degli esami da fare, il numero di telefono da chiamare tra qualche settimana, quando prenoterò la mia prima visita, un preventivo dei costi di visite prenatali e parto (che risulta essere un decimo rispetto a quello che mi sarebbe costata la clinica di Shanghai).
A casa facciamo brainstorming: il costo dell’ospedale è accessibile, se alla prima visita l’impressione sarà buona possiamo pensare di portare avanti la gravidanza e partorire in Cina! Decidiamo anche che, visto che in luglio sarò già di sette mesi, la vacanza italiana per quest’estate salta e che trascorreremo le ferie a Suzhou (ipotesi che mi terrorizza ma che alla fine si rivelerà non essere così traumatizzante).
Non mi resta che aspettare che passi il fatidico primo trimestre di gravidanza, dopo il quale potrò finalmente vedere un dottore. Meno male che è il terzo figlio, penso, altrimenti a quest’ora sarei coi capelli dritti dall’ansia! Invece io mi sento tranquilla e, nel frattempo, andiamo anche in vacanza a Singapore. Mi va di lusso, visto che appena tornati iniziano le nausee…
“Se hai le nausee vuol dire che la gravidanza procede bene!” mi diceva la mia ginecologa. Eccheculo! Mi dico io, pensando a tutte le mie amiche che hanno avuto gravidanze perfette pur senza aver mai avuto un minimo disturbo di stomaco.
Tra un panino al burro e una lattina di coca cola (uniche cose che riesco a mangiare e bere senza dover correre ad abbracciare la tazza del WC), una crisi e un momento di sconforto, le settimane passano e finalmente arriva il momento di chiamare per fissare la prima visita…