mercoledì 23 marzo 2016

IL PUERPERIO IN CINA: FARE IL MESE

Dare alla luce un bimbo in Cina mi ha permesso di addentrarmi approfonditamente nella cultura del paese ed ho finalmente scoperto con notizie di prima mano cosa significhi “fare il mese” .


Se sei cinese e partorisci in Cina, con molta probabilità dovrai “fare il mese”, ovvero trascorrere i primi 35-40 giorni dopo il parto in una sorta di convalescenza molto stretta.

Il parto, secondo la medicina cinese, fa produrre al corpo molto “calore”, ecco perché la donna deve evitare a tutti i costi, nel periodo successivo, di raffreddarsi con cibi poco adatti o, peggio, vestendosi poco o uscendo all'esterno: alle neo mamme vengono offerte zuppe e tisane, devono stare coperte e, soprattutto, con i calzini e le scarpe chiuse! Io, che giravo per l'ospedale in infradito,  sono stata ripresa da un'infermiera “In Cina noi non possiamo usare quelle scarpe, dopo aver partorito!” Quando ho chiesto il perché, mi è stato risposto che prendere freddo dopo il parto può causarti danni alle giunture e alle ossa che ti porterai avanti per tutta la vita!

La neo mamma cinese, per lo stesso motivo, deve stare chiusa in casa per tutto il mese, evitare di fare i lavori, di stancarsi, perfino di farsi la doccia o lavarsi i capelli. Deve stare a letto distesa e riposare il più possibile (nemmeno il divano va bene: la mia ayi mi ha detto che può causare problemi alla schiena!), ci penseranno le nonne a preparare il cibo, pulire, badare al bimbo e portarglielo solo quando deve poppare.

La nonna è uno dei protagonisti principali del “mese”: può essere quella materna, ma più spesso è la suocera, che ha un ruolo fondamentale nella cultura cinese. Si stabilirà a casa della nuora e la aiuterà a fare tutto. Non sono poche le povere mamme che si lamentano dell'invadenza prepotente di queste suocere tuttofare!
Esiste poi l'ayi “del mese”, una sorta di bambinaia molto esperta che si può occupare di madre e bimbo in questo periodo cruciale e, per questo, viene di solito molto ben pagata.

A noi occidentali abituate a correre (anche troppo) e ad essere già in piena attività a poche ore dal parto questo riposo forzato pare eccessivo e antiquato, ma vi assicuro che anche le donne giovani qua in Cina, seppur con maggior flessibilità, rispettano la tradizione del mese.

Io mi sono adeguata solo in parte a questa usanza: partorire con taglio cesareo è più doloroso nel post parto e quindi mi ha fatto piacere avere la possibilità di riposarmi, non dover pensare a cosa cucinare, a pulire, a fare spesa. Mia suocera e mia cognata sono volate da noi in Cina ed hanno badato a cucinare, fare spesa ed accudire i fratelli più grandi, mentre l'ayi ha pensato alle faccende quotidiane. Mi rendo conto che sono stata privilegiata. Ma di stare chiusa in casa un mese intero, no, non se ne parla proprio! Dopo un paio di settimane (necessarie comunque per permettermi di rimarginare la ferita ed essere in grado di camminare senza troppi dolori) ho iniziato a sbavare guardando fuori dalla finestra! Dopo tre settimane uscivo anche col bimbo (e, ci risiamo, tutti a rimproverarmi: dalle nonnine in strada fino alle ayi degli amichetti, tutti a dirmi che non dovevo portare il bimbo così presto fuori casa!). 

Ecco una lista di alcuni dei divieti (tratti dalla mia esperienza e da questo sito). Forse alcuni vi faranno ridere ma, se vi dovesse capitare di avere amiche cinesi in dolce attesa, guardatevi bene dal manifestare apertamente le vostre opinioni: come dicevo queste usanze sono ancora molto radicate e, sebbene le nuove generazioni tendano a seguirle meno, ridicolizzarle non sarebbe carino da parte vostra.

 1. Non farsi la doccia, non lavarsi i capelli, non lavarsi i denti
 2. Non bere acqua o bibite fredde (notare che in Cina “temperatura ambiente” equivale praticamente a “freddo”)
 3. Non mangiare frutta fredda o alimenti freddi (mai provato lo yogurt allungato con l'acqua calda? A me l'hanno fatto fare!)
 4. Non uscire all'esterno, non stare in stanze con l'aria condizionata, non prendere assolutamente correnti d'aria. Coprirsi bene! Anche se è luglio.
 5. Non stare sedute troppo a lungo: meglio di tutto riposare distese
 6. Non leggere, guardare il cellulare, usare un computer: si potrebbero stancare gli occhi
 7. Non stare senza calzini né indossare scarpe aperte.
 8. Non fare sforzi o troppo movimento. Riposare!

E voi? Come avete trascorso il puerperio, o come pensate debba essere affrontato questo periodo così importante per mamma e bambino?





giovedì 17 marzo 2016

PARTORIRE IN UN OSPEDALE CINESE: QUESTIONE DI CORAGGIO?


La Cina mi ha fatto una sorpresa inaspettata: è arrivato il nostro piccolo Dong Sheng, dono dell'Oriente! Come ho vissuto gravidanza e parto a Suzhou.


Se devo fare un bilancio, com'è stata la mia esperienza di gravidanza e parto in Cina?
In molti mi hanno detto “Sei stata coraggiosa!”, ma in realtà non avevo scelta: non avendo un'assicurazione medica che coprisse gli esorbitanti costi delle più gettonate cliniche di Shanghai e non potendo ritornare in Italia causa inizio scuola elementare della Pupella, ho dovuto adeguarmi. 

“Vediamo com'è… se non ci piace troviamo un'altra soluzione!” mi aveva detto il Papi prima di salire al reparto VIP dell'ospedale. Per fortuna la prima visita ci ha fatto una buona impressione e abbiamo deciso che potevamo continuare a farci seguire là. E difatti tutto è andato bene: sono stati gentili e professionali, anche se il modo di affrontare la gravidanza, in Cina, è piuttosto diverso da come facciamo noi, ma di questo forse parlerò in un altro post.

Certo, ci sono stati momenti divertenti: come quando mi hanno chiesto di firmare una carta nella quale affermavo di non volere la mia placenta e di essere disposta a donarla all'ospedale (sì… qui la placenta se la possono portare a casa e la usano per fare una zuppa da dare alla puerpera… non storcete il naso: è una delle cose più sane dicono! Dicono anche che faccia bene ai malati e agli anziani… chissà chi ha usufruito della nostra placenta laowai?)

Una delle cose senz'altro più curiose dell'essere ricoverati per cinque giorni in un ospedale cinese è il cibo, alle puerpere vanno fatte sorbire abbondanti zuppe e guardate un po' com'erano le mie:



Se sei una donna schizzinosa, non scegliere un ospedale cinese per partorire! Anche perché, mi tocca ammetterlo, la pulizia della stanza non è proprio da cinque stelle.

Divertenti anche (dato che per fortuna tutto è filato abbastanza liscio e non ho avuto problemi né strascichi, altrimenti ci sarebbe stato poco da divertirsi) i misunderstanding linguistici: nel reparto le infermiere e i dottori parlavano un inglese poverissimo, ergo il nostro migliore alleato nelle comunicazioni era il traduttore del telefonino, che però, come sappiamo, alle volte fa un po' di testa sua e mi restituiva traduzioni al limite della comprensione. Come quando, per chiedermi se quel giorno ero andata di corpo (informazione di vitale importanza dopo un cesareo!), l'infermiera mi ha mostrato lo schermo con su scritto “You shit!”. 

Che poi, anche ad usare l'inglese mica è così semplice: a scuola non mi hanno insegnato i termini medici! E pure descrivere sensazioni fisiche risulta spesso arduo, soprattutto quando sei appena tornata dalla sala operatoria ed hai la bocca ancora impastata dall'anestesia. 

Se qualcosa fosse andato storto, non so come sarei riuscita a gestire il problema della comunicazione. Ma per fortuna non è stato il mio caso e quindi sì, posso dire che la mia esperienza di parto in Cina è stata decisamente positiva!

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