martedì 16 febbraio 2016

PARTORIRE IN CINA


Dare alla luce nel Celeste Impero, tra momenti esilaranti ed altri di profondo sconforto.


Data presunta del parto, 11 ottobre. Ma siccome, per vari motivi, sapevo che avrei dovuto fare il cesareo, la data di nascita la dottoressa l'ha fatta un po' scegliere a me. Presa da un impeto romantico, le ho detto che il 29 settembre sarebbe andato bene (… seduto in quel caffè, io non pensavo a teeeee…).

Ho avuto la fortuna di avere la famiglia vicino in questo momento così importante: mia suocera (la Super Nonna, che qualcuno di voi probabilmente conosce già) e mia cognata (che chiamerò sulle pagine di questo blog “La Vecchia Zia”, non tanto perché sia davvero vecchia ma perché lei ama per scherzo definirsi così) hanno deciso di venire in Cina ad accogliere il nipotino e prendersi cura dei due “grandi”. Sarò loro sempre grata per questo: grazie alla loro presenza ho potuto andare in ospedale con animo tranquillo, sapendo che lasciavo marito e piccole pesti in buone mani. Ed ho poi trascorso il periodo post parto col calore della famiglia e i manicaretti della nonna, accudita con amore e libera di godermi e spupazzarmi il nuovo nato!

Mi ricoverano il giorno prima, per farmi tutte le analisi e prepararmi. A dispetto della prima impressione che avevo avuto quando avevo visitato il reparto, la stanza mi lascia piuttosto perplessa: la tappezzeria si scolla in vari punti, il pavimento ha un aspetto appiccicoso e il bagno… (beh, lasciamo perdere il bagno!). Ma sono da sola, col letto automatizzato (cosa che, per chi deve fare un cesareo, è di grande conforto!) la tivù e il boccione d'acqua in camera (sempre vedere i lati positivi!).

Il 29 settembre, nel primo pomeriggio, è previsto il mio cesareo. Non nego che sono emozionata (a dire il vero, me la faccio proprio sotto!), sono stata portata in sala con un'ora di ritardo perché c'erano varie emergenze e l'attesa mi ha distrutto! Finalmente vengono a chiamarmi e mi portano nel reparto della chirurgia, purtroppo il Papi Viaggiante non può venire dentro con me: qui non è permesso. Così entro tutta sola, spaventata e senza sapere bene quello che mi aspetta. Mi fanno attendere in una saletta con infermieri, monitor accesi, gente appena uscita dalla sala operatoria ancora incosciente sulla barella, che aspetta di esser riportata in stanza. Una dottoressa che parla un po' di inglese viene a farmi le domande di rito e mi presenta l'anestesista: si chiama Xiao Wang (credo che non me lo dimenticherò mai) ed ha un sorriso simpatico (e spero anche una mano ferma, dato che è quello che mi bucherà la schiena!).

Finalmente mi portano dentro: la dottoressa che mi ha seguito durante la gravidanza (e della quale, ammetto con vergogna, non so nemmeno il nome perché sulla targhetta è scritto in cinese e io non so riconoscere i caratteri) mi accoglie con un gran sorriso. Vedere una faccia conosciuta mi fa sentire meglio. Mi fanno stendere sul tavolo operatorio (Dio com'è stretto! Ma sono io che sono troppo grassa o sonno tutti così?) e iniziano a farmi varie domande. Oddio… farmi varie domande è una parola grossa: purtroppo in sala la maggioranza dei dottori parla solo cinese e comunichiamo tramite il traduttore del telefonino. Non so se essere divertita o spaventata… 

Dopo un tempo che mi sembra interminabile finiscono la procedura di “preparazione”, Xiao Wang mi fa l'anestesia spinale che mi addormenta tutta la parte inferiore del corpo e finalmente la dottoressa inizia a operare. Io naturalmente sono coperta da un lenzuolo verde e non vedo niente… sento solo il pianto di Dong Sheng appena uscito e il cuore mi si scioglie nella gioia, la felicità, la tenerezza e il sollievo… me lo fanno vedere velocemente, gli do un bacino e poi lo portano via. Ora devono pulirmi e cucirmi. Sembra non finire mai e ad un certo punto comincio a sentirmi poco bene: vi giuro che non saprei spiegare come mi sentivo, so solo che la mia più grande preoccupazione era “e adesso come glielo spiego?”. Comincio a pregare che il disagio passi e per fortuna dopo qualche minuto sto di nuovo bene, ma che brutta sensazione è stata!

Non li invidio quando devono alzarmi di peso e rimettermi sulla lettiga per riportarmi in stanza… credo di pesare come tre cinesine tutte insieme! Ma lasciamo perdere… ce la fanno e questo è l'importante! In stanza mi mettono il tubino per l'ossigeno e, sul dito, la macchinetta che mi misura le pulsazioni: alla Super Nonna, quando mi vede così, robe che le venga un colpo! Ma è andato tutto bene: Dong Sheng dorme accanto a me e io devo solo farmi coraggio ed affrontare i primi giorni dopo il cesareo (che sono i più duri dal punto di vista del recupero) e poi tutto sarà in discesa… o almeno così credo...


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