Stavolta non parlerò di cibo, ma vi propino un bel post fotografico!
Durante le festività del Capodanno cinese sulla riva del Jin Ji lake, in
un posto chiamato Moon Harbor, hanno messo su un immenso e bellissimo
spettacolo di luci e lucette, costruito scenari luminosi di Suzhou,
draghi e robot! Farci un giro la sera era davvero spettacolare e così ho
voluto condividere queste immagini con voi! Buon divertimento :)
lunedì 25 febbraio 2013
domenica 24 febbraio 2013
PIZZA FATTA IN CASA A MUDU ANCIENT TOWN
Domenica mattina. La giornata (dovrebbe) essere serena, ma siccome è anche "very unhealthy" (e mi riferisco all'indice AQI - Air Quality Index, che negli ultimi mesi qua in Cina è diventato il chiodo fisso degli espatriati e non) il sole è coperto da una fitta coltre di polveri sottili.
Decidiamo di sfidare l'inquinamento e andare a fare la consueta gita del week end a Mudu, un'antica città d'acqua a est di Suzhou.
La comodità è che ci arriviamo (quasi) con la metropolitana, difatti l'ultima fermata della linea 1 (l'unica per ora completata, ma ne sono previste bel quattro) si chiama proprio Mudu. Da lì bisogna prendere ancora poche fermate di bus e si arriva ai piedi della Tian Ping Mountain (altro posto scenografico che ci riserviamo di visitare quando il Torello sarà un po' più grandino e in grado di arrampicarsi sui sentierini senza cadere ogni tre passi).
Prima cosa: pranzo al sacco! Per fortuna stavolta mi sono premunita ed ho portato tutto da casa: pizza fatta la sera prima, acqua, banane, dolcetti. Dico per fortuna, perché l'unica cosa "commestibile" in vendita erano dei granchietti fritti infilati su spiedini che probabilmente sono stati pescati in questi canali:
(i tubi che vedete uscire dai muri sono gli scarichi diretti dei wc!). Alla mia proposta di assaggiarli, la Pupella ha gentilmente declinato.
Abbiamo visitato la "Hongyin Mountain Villa", un famoso giardino privato dove c'era (incredibilmente) poca gente, dall'atmosfera tranquilla, meditativa e rilassante. Lungo la corta viuzza che attraversa l'antico sito di Mudu ci sono però molti altri bei posti da visitare, giardini case e templi. E chi vuole può fare il classico giro in barca sul canale.
Ma la parte che mi è forse piaciuta di più è stata quella finale, quando ormai eravamo usciti dalla zona "turistica" e, per tornare alla fermata del bus, abbiamo attraversanto una super-caotica, coloratissima, rumorosissima via VERY VERY REAL CHINA!
Bilancio della gita: buono. Il Torello ormai ha imparato a fare il riposino nel passeggino in qualsiasi condizione, stellina bella. La Pupella non ha rinunciato alla sua nenia "vogliotornareacasa-vogliotornareacasa" ma tutto sommato con meno convinzione del solito ed è stata brava a camminare e a prendere bus e metropolitana (pure lei si è fatta un riposino sulla strada del ritorno). E per premiare la nostra perseveranza "turistica", alla fine il vento ha spazzato via un po' di sporcizia dall'aria e il cielo è tornato limpido!
venerdì 15 febbraio 2013
PIOGGIA, PIZZA E PETARDI
Dove per PIOGGIA si
intende un'insistente e leggera acquetta che non la smette di venir
giù e, nonostante sembri innocua, ti può inzuppare fino alle ossa.
PIZZA è anche quella che abbiamo mangiato a pranzo, ma soprattutto
trattasi di MIA FIGLIA che quando si esce a fare gite pseudo
turistiche o simili non la smette mai di lagnarsi perché non vuole
camminare, è stanca, vuole stare in braccio, vuole andare a casa etc
etc, PETARDI sono gli immancabili botti di questi giorni, che
spaventano e fanno piangere il Torello, anche quando sono i mini
ciccioli tirati in strada da una paffuta bambinetta con le codine.
Con queste premesse, la
nostra gita di ieri a Shanghai suona più come un incubo che non come
una piacevole giornata passata in famiglia a scoprire nuovi posti ed
atmosfere.
Ma io e il Papi
viaggiante abbiamo spalle larghe e, nonostante i nervosismi che
condizioni estreme come queste possono innescare, ce l'abbiamo fatta,
anche se l'itinerario originario che prevedeva pure un giro sul Bund
è stato drasticamente decurtato ed eravamo alla stazione dei treni
con molto anticipo rispetto all'orario di partenza.
Lodevole intento
culturale della gita era visitare le vecchie zone di Shanghai
chiamate Tianzifang e Xiantiandi. Organizzati di tutto punto con
mappa e percorsi della metropolitana siamo andati a comperare i
biglietti del treno il giorno prima, per evitare code o spiacevoli
sorprese. Ma la sorpresa ce l'ha fatta il tempo perché la sera ha
incominciato a piovere! Ormai però la gita non si poteva più
rimandare, anche perché il papi viaggiante aveva già preso il suo
(unico) giorno di ferie.
Quindi abbiamo preparato
mantelle e capottina impermeabile per il passeggino, vestiti di
ricambio per i pupi, scorte di cibo e acqua (che non si sa mai) e
siamo partiti lo stesso. Coraggiosi, dai!
Dalla stazione dei treni
di Shanghai abbiamo preso la metro 4 e poi la 9, per scendere proprio
di fronte a Tianzifang, un piccolo agglomerato di vecchie case
shikumen ora trasformato in frizzante zona di negozietti, boutiques e
localini, nonché studi d'arte molto trendy. E' lì che abbiamo
mangiato la pizza della foto. Purtroppo il tempo era davvero
inclemente e camminare con gli ombrelli in quelle piccole viette
risultava davvero disagevole: non si riusciva nemmeno ad alzare gli
occhi per osservare gli scorci offerti dalle vecchie case, così il
nostro giro è stato davvero rapido.
A piedi ci siamo diretti
a Xiantiandi, che dista una ventina scarsa di minuti. Altra piccola
zona ben tenuta e rinnovata che con i suoi localini e tavolini
all'aperto sembra quasi Parigi! Ahimé la pioggia insistente mi ha
lavato via ogni velleità di fare la fotografa e non ho nulla da
postarvi. Ma se googlate un poco vedrete che cosa intendo dire!
Le case Shikumen sono
(meglio sarebbe dire erano) una tipica forma di architettura
della Shanghai di fine '800 - primi '900, che coniugava lo stile
occidentale ed orientale. Erano casette di due piani, costruite una
attaccata all'altra e formavano vasti complessi, circondati da mura e
attraversati da strette viuzze, nei quali la vita si svolgeva in
maniera comunitaria e ognuno sapeva i fatti degli altri. Pensate che
negli anni quaranta circa l'80% della popolazione di Shanghai viveva
in case come queste. Poi, dagli ultimi anni 90, sono arrivate le
ruspe a buttare giù tutto ed a costruire i grattacieli. Esigenze
abitative diverse, forse. Ma per fortuna qualcuno si è battuto per
conservare almeno queste piccole zone, che forse appariranno
artefatte agli occhi dei puristi (non so dirvi se esistono ancora dei
quartieri vecchi che non sono stati rinnovati e dove la vita si
svolge ancora con la tipica atmosfera incasinata, popolosa e pure un
po' sporchetta della Cina “autentica”) ma per lo meno danno
l'idea di quello che doveva essere la città un tempo.
A Xiantiandi si può
anche visitare una di queste case, che ora è diventata un piccolo
museo e che contiene vecchi mobili e foto e, al secondo piano, una
mostra con molte didascalie ed immagini esplicative ed una bella sala
da the dove si possono anche comperare tazze e tazzine.
Shanghai è una città
che non smette di stupirmi coi suoi contrasti. Palazzi avvenieristici
e negozietti puzzolenti che vendono carne e interiora secche, immensi
e luccicanti centri commerciali e stradine sporche e incasinate.
Non è finita qua, ci
torneremo! Magari in una bella giornata di sole!
mercoledì 13 febbraio 2013
CRONACHE DI UN CAPODANNO CINESE
Da come me lo
raccontavano il capodanno cinese mi pareva un periodo quasi
terrificante: negozi chiusi per giorni (e qua in Cina siamo abituati
ad averli aperti 7 su 7, 12 ore al giorno come minimo!), botti e
fuochi artificiali a tutte le ore del giorno, espatriati che se ne
scappano in patria.
Ma nulla è stato così
tragico! Si può sopravvivere anche a questo senza restarne
traumatizzati! Anzi, l'atmosfera di festa era palpabile, decorazioni
rosse e dorate ovunque, negozi pieni di pacchi regalo (biscotti,
frutta, perfino bottiglie d'olio d'oliva!), cinesi che correvano di
qua e di là con borse della spesa per una volta tanto piene e
straripanti.
Il Capodanno è il
periodo che per i cinesi può essere paragonato al nostro Natale: si
trascorre in famiglia, mangiando dumpling, guardando alla tv uno show
diventato ormai tradizione, dato che lo fanno dagli anni ottanta. Io
sarei stata davvero curiosa di vederlo, ma, da bravi italiani, non ci
siamo lasciati sfuggire l'occasione di far festa attorno ad una
tavola imbandita e abbiamo organizzato un “cenone” a casa di una
delle famiglie compatriote che vivono nel nostro compound e alla
televisione (per gran parte della serata piacevolmente spenta) è
stato messo un dvd di cartoni animati che ha sedato gli animi dei
bimbi.
Il cibo che non può
mancare sulla tavola del cenone sono i dumpling e anche io ho voluto
cimentarmi in quest'impresa. Ovviamente quelli che ho preparato il
giorno prima per prova sono venuti buonissimi, mentre quelli fatti il
giorno dopo per la festa erano a dir poco improponibili!
Se anche voi volete
provarli, trovate la ricetta qui (tenete presente che andrebbe usata
la farina di riso)
A mezzanotte tutti sono
scesi a far scoppiare fuochi artificiali (ebbene sì, anche gli
italiani!) e a vedere lo spettacolo che non aveva nulla da invidiare
a quelli organizzati da noi al mare per Ferragosto! Io sono rimasta
in casa tenendo in braccio un Torello disperato e tremante di paura
ma mi hanno raccontato che nel cortile sono arrivati in tanti,
pigiamone imbottito addosso e scatoloni di botti in mano, e hanno
fatto un percorso pirotecnico lungo come tutto il piazzale!
Tradizionalmente i fuochi si sparano per spaventare gli spiriti
maligni, la notte del capodanno coi botti di luce e qualche giorno
dopo coi botti di rumore (e dev'essere stanotte... ora che sto
scrivendo queste righe è mezzanotte e fuori si sta scatenando il
finimondo di nuovo).
mercoledì 6 febbraio 2013
AL FUOCO! AL FUOCO!
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Passato per un momento
l'allarme inquinamento, che anche qui a Suzhou si è fatto sentire
(aprendo le tende la mattina non riuscivo a distinguere il palazzo di
fronte) e che aveva gettato me in un umore nero come il cielo (e mi
aveva tormentato per giorni con sensi di colpa nei confronti dei miei
bimbi, che per cercare di difendere dalle temibili polveri ho tenuto
sigillati in casa) mentre il papi viaggiante cercava di minimizzare
“Sarà polvere del deserto” (sic!) si ritorna a respirare.
Mentre la Cina si prepara
a festeggiare il suo capodanno (che mi dicono sarà all'insegna di
fuochi e botti sparati tutta la notte), noi abbiamo fatto compere per
la casa, in modo da renderla più calda ed accogliente e smorzare un
po' quella sensazione di essenzialità da “cella di monaco” che
alla lunga intristisce. Piccole cose: un mobiletto, un tappetino, il
banchetto da disegno per la Pupella. Una su tutte abbiamo accolto con
estremo entusiasmo: IL FORNO! Già inaugurato con pizza e dolci,
preparati rigorosamente insieme ai bimbi!
Con domani i pupetti
avranno ben due settimane di vacanza e siccome anche il papi
viaggiante durante quel periodo avrà meno da fare (tutto si ferma in
Cina in questi giorni, come per il nostro Ferragosto!) sfrutteremo le
giornate per fare un po' di turismo! Magari anche una capatina a
Shanghai.
Oggi, ultimo giorno di
scuola, la Pupella preparerà con i maestri i dumpling (ravioli
cinesi ripieni), piatto tradizionale del capodanno. Così mi farò
insegnare come si fa e nel prossimo post ve li mostro!
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