venerdì 11 dicembre 2015

BECAUSE OF YOUR AGE



Decidere di portare avanti una gravidanza e partorire all’estero è una scelta che mette un po’ di timore: e se va storto qualcosa? Con chi parlo, dove vado, che faccio?
Io ho parlato chiaro col buon Dio: ho altri due figli e sono lontana migliaia di chilometri dal resto della famiglia, il Papi Viaggiante è sempre in giro e quindi durante questa gravidanza DEVE ANDARE TUTTO LISCIO!

Ringrazio il Signore che ha esaudito la mia preghiera: ho avuto una gravidanza normale, tranquilla, senza intoppi.Ho trascorso l’estate a Suzhou, ma non è stato poi tanto brutto.
Le visite all’ospedale si sono susseguite senza particolari problemi di comunicazione, nonostante tutto venisse filtrato dalla traduzione dell’infermiera VIP (e ho ringraziato il cielo di essere una mamma già esperta… le informazioni che ho ricevuto erano davvero col contagoccie e se fosse stato il primo figlio mi sarei agitata da morire!).

Mi hanno fatto sentire sempre più vecchia, dato che ogni piccolo disturbo che lamentavo pareva essere “because of your age”!
“Because of my age” mi hanno anche fatto il test del DNA, che non è per accertarsi della reale paternità del pargolo, ma per indagare eventuali malattie cromosomiche: ho evitato esami invasivi come l’amniocentesi e con un semplice esame del sangue mi sono tolta un pensiero!
“Because of my age” (ma non solo per quello, anche per una serie infinita di motivi che non ho ben capito) mi hanno proibito di andare in piscina dopo la 28a settimana. Io, che a causa del mal di schiena non riuscivo a camminare a lungo (ah, ovviamente anche il mal di schiena era because of my age!), ho trascorso una gravidanza davvero poco sportiva. Meno male che l’anno prima ero andata in palestra!

Insomma, tutto è andato bene per fortuna! La gravidanza in Cina viene vissuta con tutte le cautele, alle donne non è permesso fare sforzi o lavorare troppo ed io mi sono adeguata alle usanze del mio paese ospitante! Ma, mi sono detta, dopotutto sono una vecchietta, è il caso che me la prendo con calma, no?



venerdì 4 dicembre 2015

SENTIRSI VIP (OSPEDALE CINESE PARTE SECONDA)


La sezione VIP dell’ospedale è una zona a parte al secondo piano: ampie vetrate, piante e divanetti, in ordine e accogliente, al centro si trova il bancone dove stazionano le infermiere e ai lati delle stanzette dove si fanno le visite, i prelievi, etc. 
Le infermiere parlano un inglese molto buono, i medici in carica alla sezione VIP sono due e si occupano delle visite generiche, mentre i medici specialistici (tipo la ginecologa che dovrò incontrare io) arrivano dai reparti e quindi comunicano solo in cinese, saranno le infermiere a fare da traduttrici.

Una delle cose belle del VIP è che l’infermiera ti accompagna a fare i prelievi, le ecografie (e tutte le varie prove ed esami richiesti durante una gravidanza) nelle varie sezioni dell’ospedale e si occupa lei di parlare e spiegare, inoltre salti tutta la fila: sei un VIP a tutti gli effetti! Tutto quello che devi fare è solo pagare: difatti fare una visita o un esame al VIP ti costa il doppio rispetto alla sezione “normale” (ma, credetemi, è ancora un prezzo basso rispetto alle visite private in Italia!).

“Sei matta, vai a fare le visite prenatali al Kowloon?” mi dice una mamma di Taiwan quando, ad un ritrovo di classe della Pupella, racconto di essere in dolce attesa. Perfino tra i cinesi di oltremare è diffusa la sensazione che l’ospedale nella “Mainland” sia un posto sporco, brutto e cattivo dove le norme igieniche non esistono.
“Guarda che anche negli ospedali cinesi esistono protocolli igienici!” ribatte una mamma austriaca, che anni fa ha vissuto nella Mongolia Interna e ne sa qualcosa “Mica riciclano gli aghi: è tutto sterile…” (ma la mamma di Taiwan non sembra molto convinta).

Per fortuna la prima impressione è buona: gli aghi sono davvero sterili e le infermiere indossano perfino la mascherina! Incontro finalmente la dottoressa (che sarà quella che mi seguirà per tutta la gravidanza e fino al cesareo e, pensate, siccome il suo nome sulle carte è scritto in cinese e non riconosco i caratteri, ancora oggi non so nemmeno come si chiama!) e faccio la prima chiacchierata e visita. 

Piccola nota curiosa per le donne: in Cina durante una gravidanza non si fa nemmeno una visita interna. In sei mesi di controlli mi hanno misurato la pancia, sentito il cuore del baby, misurato la pressione ma MAI visitata lì dove dovrebbe uscire il bambino!

Faccio i primi esami del sangue: arrivo lì alle otto del mattino e alle otto e venti sono fuori, fantastico! Niente a che vedere con le file lunghe un’ora che mi toccava fare, a stomaco vuoto e in preda alle nausee, nel mio ospedale italiano. Mah, che dire, lì mica ero VIP! Ed è anche comodo che l’ospedale sia a pochi minuti di taxi da casa mia: nemmeno il disturbo di arrivare fino a Shanghai per le visite!



Rassicurata, mi porto a casa il calendario delle visite (che tutto sommato non è tanto diverso da quello che si fa in Italia) e la prima foto dell’ecografia del mio bambino. Va tutto bene, non c’è da aver paura: partorirò in Cina, andrà tutto bene, ce la posso fare!

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