Il modo migliore per
rischiare una crisi di nervi è mettersi a fare i biscotti con due
bimbi di cinque e tre anni. Lo so, l'ho provato più volte. Eppure ci
ricasco sempre. Ma che mai si può fare in un lungo pomeriggio
piovoso? E non pioggia qualsiasi: imperversa nientepopodimeno che il
tifone, e si chiama Fitow e qui trovate la sua descrizione.
Piove ininterrottamente
da giorni, e per pioggia intendo quella vera, a secchiate! E soffia
vento forte. Le gocce battono di traverso sulle finestre, si infilano
nei scadenti serramenti e riempiono i davanzali d'acqua. L'umidità è
al 90% e tutto in casa è bagnato e appiccicoso.
Senza contare che, nella
stanza della lavanderia, dove passa la grondaia del palazzo, ho una
splendida perdita d'acqua. Non da oggi, da un mese. Ogni volta che piove ricompare. Già segnalata.
Non ancora riparata (in compenso in questi mesi mi hanno riparato
numerosi altri danni dovuti a perdite dal tetto: forse è meglio non
abitare all'ultimo piano in questi splendidi building cinesi?)
Comunque oggi, col
tifone, con la pioggia, col vento, alle otto di sera si sono resi
conto che forse questo diluvio avrebbe fatto ulteriori danni e mi
sono ritrovata in casa una frotta di giovanotti del management office
che zompettavano per casa facendo foto e lasciandomi i segni dei
calzini bagnati a terra (perché, sì, qua in Asia si usa togliere le
scarpe prima di entrare in casa, ma fuori pioveva talmente tanto che
loro erano inzuppati fino alle ossa).
L'ultimo si è trattenuto
giusto il tempo per fare una bella chiacchierata tra sordi: lui con
due parole di inglese e io con tre di cinese (ma che, al solito, non
capivo una cippa di quello che lui cercava di spiegarmi).
Alla fine riesce a
smanettare col traduttore del telefonino e mi mostra:
“Our repairman will
come later”
Later? Quando? Jintian?
Mingtian? Chiedo. Lui mi risponde “Yes”. È tipico dei cinesi
rispondere sì o no ad una domanda nella quale offri due scelte. Se
ti chiedo oggi o domani, mi spieghi che cavolo vuol dire “sì”?
Resto con l'idea che il repaiman deve arrivare più tardi, anche se
mi chiedo: è da un mese che dovete sistemare il tetto, proprio in
una notte buia e tempestosa con Fitow che la fa da padrone dovevate
svegliarvi? E poi non so perché ma l'idea di un repairman che mi
deve arrivare in casa alle nove della sera, mentre fuori ulula il
vento e sono sola coi bimbi (ancora da lavare e pigiamare, per
inciso) ha un che di inquietante.
Come volevasi dimostrare,
mentre sto lavando il Torello bussano alla porta. Sono repairman
anziano e repairman pù giovane (arrivano sempre in due, come i
carabinieri). Repairman anziano entra in casa e va a vedere la
perdita (puzza di fumo e così oltre ai segni dei calzini ora ho
anche l'olezzo di sigaretta che ristagna nell'aria umida).
Vanno sul tetto con una
cassettina degli attrezzi e a me vien da ridere (o da piangere). Col
buio? Col vento? Con la pioggia? Mi prendete in giro?
Ma del fatto che in Cina
non serve arrabbiarsi ho già parlato qui; non ero stata in grado
allora di trovare un esempio: ecco, questo è uno dei tanti esempi.
Se ne vanno dicendomi
qualcosa riguardo a “domani”. Boh! Verranno a riparare domani?
Ormai non ci credo quasi più.
Prima di andare a letto,
con orrore, scopro una nuova chiazza di umido in uno dei posti più
improbabili della casa, vicino alla porta d'ingresso (parete che in
teoria non confina con l'esterno).
Le vie delle perdite
d'acqua sono infinite. Come la pazienza degli inquilini italiani.