Oggi, pranzando, la mia
mente vagava, mentre lo sguardo si posava sul panorama al di fuori
della finestra, fatto di palazzoni, nebbiolina piovviginosa (dopo
settimane di sole splendente e cielo quasi terso) e case a perdita
d'occhio.
Sono due mesi e mezzo che
abitiamo in Cina. Per certi versi mi sembra già passata un'eternità,
tante sono le esperienze già fatte e le cose nuove sperimentate. E
invece si tratta appena di una tacchetta minuscola nella cronologia
temporale della mia vita. Poco tempo, ma posso dire che ormai la fase
di ambientamento sia finita. Abbiamo la scuola, le nostre conoscenze,
le nostre amicizie, i nostri negozi, i viaggi e i rientri del papi,
il parco giochi... insomma stiamo consolidando una nostra routine.
Io, in teoria, dovrei
avere un sacco di tempo libero, dato che i bimbi sono a scuola fino
alle 15.30. In pratica, mi sembra sempre di non riuscire a fare tutte
le cose che vorrei fare. Forse sono io che vorrei riempire troppo le
mie giornate... mi piacerebbe ricominciare seriamente a studiare
cinese, approfondire il mio inglese, ricominciare a dipingere (ah, a
proposito: tele, pennelli e colori li ho già acquistati!) e a
scrivere, prendermi cura del mio povero corpo da quarantenne con
qualche massaggio (dopotutto siamo o non siamo nella patria della
mitica medicina cinese?), una buona alimentazione (cibi inquinati
permettendo...), fare un po' di movimento; curare la mia anima e la
mia crescita personale con buone letture, esercizi, bei pensieri.
Mantenere vivi i rapporti con gli amici italiani scrivendo loro mail
e spedendo foto, aggiornare i miei blog. E, naturalmente, non vorrei
diventare un eremita chiuso in casa a dipingere e scrivere: anche la
sfera sociale necessita del suo tempo! Secondo voi mi bastano le ore
di una giornata? Calcolando che Suzhou non è proprio piccolina, e
che per spostarsi da un posto all'altro (magari per comperare le cose
che sotto casa non si trovano) ce ne vuole di tempo (e anche la spesa
ogni tanto va fatta!) io credo proprio di no!!! Diciamo che, tanto
per cominciare, basterebbe svegliarsi prima la mattina, e non ridursi
a portare i bimbi a scuola tre minuti prima che chiudano il portone,
ehm ehm!
Suzhou mi sta diventando
familiare, anche se davvero per visitarla tutta non basterebbe un
anno intero di giornate passate a girovagare. Non conosco nemmeno
ancora tutto il compound, fate voi.
A detta di molte altre
donne espatriate con le quali ho parlato in questo periodo, il posto
dove viviamo non è “REAL CHINA”: soprattutto il grande quartiere
sul lago, che si chiama SIP , è una specie di “bolla” dove gli
stranieri galleggiano tranquilli. Ma io sono una persona curiosa.
Forse un giorno troverò il coraggio di prendere un bus e scendere
“oltre il ponte, dove c'è la vera Cina”, magari portandomi la
macchina fotografica, e gironzolare in cerca di qualcosa da
raccontarvi! Per ora, nelle prossime puntate, vorrei condividere con
voi pensieri, emozioni e sensazioni di una donna (e prole) italiana
che ha scelto di vivere a migliaia di chilometri di distanza. Certe
situazioni ed immagini per me stanno già diventando “scontate”,
perché mi sto abituando a questo posto. Ma per quelli di voi che non
ci sono mai stati, magari un racconto che per me sembra banale può
essere davvero interessante! Alla prossima allora!