venerdì 8 aprile 2016

VIAGGIO A GUILIN COI BAMBINI: MISSION IMPOSSIBLE?

Racconto del nostro primo viaggio in cinque: tra picchi carsici, risaie ed imprevisti Guilin ci ha accolto con uno charme genuino e magico.

GUILIN CON BAMBINI


L’ho detto spesso: avrei sempre desiderato viaggiare, fare la vagabonda, la backpacker, l’esploratrice. Poi la vita è andata un po’ diversamente e più che viaggiatrice sono diventata pendolare (per dieci lunghi anni!). L’espatrio è stato la mia rivalsa: vivere in un paese straniero mi riempie di entusiasmo, soddisfazione, curiosità… ma sto divagando! 

Stavo dicendo… i viaggi. Vivere in Cina permette di poter raggiungere piuttosto facilmente mete che, dall’Italia, sono molto più complicate (e costose!) da includere nei propri itinerari: abbiamo avuto il privilegio di visitare Hong Kong, Singapore e siamo quasi di casa a Shanghai. Ma il mio sogno proibito era quello di poter visitare la Cina, quella vera, quella da cartolina!
“Ci andremo quando i bambini saranno un po’ più grandi…” solevo dire. E poi è arrivato Dongsheng, a scombinare tutti i piani. Che fare? Rimandare tutto di altri cinque anni? Non se ne parla! E così, quella che voleva aspettare che i bimbi siano un po’ più grandi si è messa a viaggiare con un pargoletto di sei mesi! “O adesso o mai più!” mi sono detta, convinta che ogni lasciata è persa.

Ed è con questo spirito che ho organizzato il nostro primo viaggio veramente “cinese”. Guilin è una delle mete classiche incluse negli itinerari turistici in Cina: si trova nella provincia dello Guangxi, famosa per i suoi paesaggi naturali mozzafiato, le Risaie della Spina Dorsale del Drago, le vette carsiche e le grotte. Come ho pianificato il viaggio? Mi sono affidata alla guida Lonely Planet, ad internet ed all’intuito (più di tutto all’intuito: spesso le mie scelte sono dettate solo dalla sensazione di pancia). La cosa importante era sapere a cosa andavo incontro: viaggiare con tre bimbi piccoli può non essere facile e avevo bisogno di sapere che aspettarmi, quindi ho fatto un po’ di ricerche, soprattutto per quanto riguarda la fattibilità di andare coi figli alle terrazze di riso, ho trovato dei blog familiari (come questo) che ne parlavano in termini entusiastici e mi sono tranquillizzata.

Sebbene in molti mi abbiano consigliato di soggiornare a Yangshuo, piccola città molto caratteristica e circondata da un paesaggio meraviglioso, ho preferito prenotare l’albergo a Guilin, più vicina all’aeroporto e alle terrazze di riso di Longji: questo significava tragitti in auto più brevi e meno possibilità di lagnanze familiari. Ho scelto un’albergo molto carino, dall’arredamento tradizionale, uno dei pochi con la stanza familiare spaziosa e con due letti: uno grande king size ed uno queen (adesso siamo in cinque… dormire scomodi in due lettini da un metro e venti come abbiamo fatto ad Hong Kong non mi pareva il caso). La scelta è stata molto azzeccata e ci siamo trovati benissimo: stanza pulita, personale gentilissimo, abbiamo perfino trovato i fiori al nostro arrivo! Se siete curiosi questo è l'albergo.

Siamo partiti da Pudong verso le cinque del pomeriggio e dopo un volo di tre ore siamo arrivati a Guilin. Il tragitto dall’aeroporto alla città dura circa quaranta minuti, nei quali abbiamo chiacchierato amabilmente con la tassista che, sentendo che il giorno dopo intendevamo fare la crociera sul fiume Li, si è offerta di portarci ad un’agenzia viaggi per comprare i biglietti.
“Per imbarcarsi sulla nave si parte alle otto e non hai tempo di farli domani mattina!” mi ha detto. Ho deciso di fidarmi e sono andata con lei nell’ufficio turistico dove nessuno parlava inglese (ho scoperto poi che a Guilin c’è un ufficio del turismo ogni cinque metri e che in quasi tutti gli alberghi si possono acquistare i biglietti per la crociera). I prezzi per la crociera sono piuttosto alti (ben diversi da quelli segnati sulla mia guida Lonely Planet che, pur non essendo vecchia, dev’essere già sorpassata), il biglietto per il battello sul quale la guida parla inglese costa ben 500 RMB (comprensivo però di viaggio in pullman per il rientro a Guilin). Noi non abbiamo trovato posti sul battello “inglese” e quindi abbiamo preso i biglietti della crociera “cinese”, che costano 400 RMB. Da notare che, in Cina, i bambini sotto il metro e venti non pagano e quelli entro il metro e quaranta pagano la metà. Il pacchetto per i cinesi comprendeva, oltre al rientro in pullman, anche altre tre visite: ad un tempio, ad una grotta e ad un parco dove sorge un albero millenario


big banyan tree
Il Big Banyan Tree a Yangshuo

Il pullman che ci avrebbe portati al molo dal quale partono i battelli è venuto a prenderci direttamente all’albergo alle otto e noi siamo arrivati in ritardo… la guida mi ha telefonato due volte e non vi dico con che facce ci hanno squadrato quando siamo saliti a bordo… ma che ci fanno qua questi laowai ritardatari e rumorosi? pareva pensassero, neanche che i nostri compagni di viaggio fossero stati compassati turisti tedeschi.  
“Che problema ci sarà a capire poco o niente di quello che spiegano?” mi sono detta. Non ho messo in conto che, nel fiume di parole che la guida ci propinava, c’erano anche le istruzioni su come arrivare di nuovo al pullman una volta a Yangshuo. Inutile dire che stavamo per perderci!

Lo spettacolo che si gode dalla barca, navigando sul fiume Li, è davvero splendido e le quattro ore sono volate in fretta. La Pupella ed il Torello hanno anche trovato dei ragazzini con cui fare comunella. Stavamo per arrivare a destinazione e scendere dal battello quando la Pupella è arrivata da me con un foglietto in mano, tutta orgogliosa “Il numero di telefono del bambino!” mi ha detto con un risolino. L’ho guardata allibita: a sette anni già comincia? Non vi dico la faccia del Papi Viaggiante! Sorvoliamo…


Li river cruise
Le splendide vette carsiche sul fiume Li
La gita di gruppo sul torpedone cinese si svolge ad un ritmo velocissimo: attraversata Yangshuo praticamente di corsa per non perdere il pullman, siamo stati portati ad un piccolo emporio per comprare non so cosa (non ci sono nemmeno entrata ed ho preferito fare un giretto tra le bancarelle nelle viuzze), poi a vedere il tempio (anche qua di corsa… nemmeno il tempo di fare una foto per la paura di perderli di nuovo), all’albero centenario e infine alle grotte.

La grotta degli “Assembled Dragon” ha davvero valso la pena della visita: le concrezioni sono magistralmente illuminate da giochi di luce ed acquistano una bellezza onirica. Evocativi anche i nomi che sono stati dati alle più particolari, come Il palazzo di cristallo, Meraviglie della foresta di pietra o Pesce che salta sulla porta dei draghi.


assembled dragon cave

assembled dragon cave

Poi, finalmente, il rientro (non vi nego che ero stanchissima). Siamo arrivati in albergo tardissimo dopo un viaggio scomodo su una strada in rifacimento (piena di buchi!) e un cambio al volo di pullman (che non ho capito ma, anche se mi ha infastidito parecchio perché i bimbi stavano dormendo e ho dovuto svegliarli e farli scendere, mi sono adeguata). Per cena ci siamo catapultati nel primo posto che ci è capitato, proprio sotto il nostro albergo. Sembrava carino invece è stato decisamente deludente. Ma per lo meno ci ha permesso di rientrare in albergo subito e crollare nel letto: il giorno dopo ci aspettava un’altra sveglia mattutina per affrontare il viaggio alle terrazze di riso di Longji…

(continua...)






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