Dove per PIOGGIA si
intende un'insistente e leggera acquetta che non la smette di venir
giù e, nonostante sembri innocua, ti può inzuppare fino alle ossa.
PIZZA è anche quella che abbiamo mangiato a pranzo, ma soprattutto
trattasi di MIA FIGLIA che quando si esce a fare gite pseudo
turistiche o simili non la smette mai di lagnarsi perché non vuole
camminare, è stanca, vuole stare in braccio, vuole andare a casa etc
etc, PETARDI sono gli immancabili botti di questi giorni, che
spaventano e fanno piangere il Torello, anche quando sono i mini
ciccioli tirati in strada da una paffuta bambinetta con le codine.
Con queste premesse, la
nostra gita di ieri a Shanghai suona più come un incubo che non come
una piacevole giornata passata in famiglia a scoprire nuovi posti ed
atmosfere.
Ma io e il Papi
viaggiante abbiamo spalle larghe e, nonostante i nervosismi che
condizioni estreme come queste possono innescare, ce l'abbiamo fatta,
anche se l'itinerario originario che prevedeva pure un giro sul Bund
è stato drasticamente decurtato ed eravamo alla stazione dei treni
con molto anticipo rispetto all'orario di partenza.
Lodevole intento
culturale della gita era visitare le vecchie zone di Shanghai
chiamate Tianzifang e Xiantiandi. Organizzati di tutto punto con
mappa e percorsi della metropolitana siamo andati a comperare i
biglietti del treno il giorno prima, per evitare code o spiacevoli
sorprese. Ma la sorpresa ce l'ha fatta il tempo perché la sera ha
incominciato a piovere! Ormai però la gita non si poteva più
rimandare, anche perché il papi viaggiante aveva già preso il suo
(unico) giorno di ferie.
Quindi abbiamo preparato
mantelle e capottina impermeabile per il passeggino, vestiti di
ricambio per i pupi, scorte di cibo e acqua (che non si sa mai) e
siamo partiti lo stesso. Coraggiosi, dai!
Dalla stazione dei treni
di Shanghai abbiamo preso la metro 4 e poi la 9, per scendere proprio
di fronte a Tianzifang, un piccolo agglomerato di vecchie case
shikumen ora trasformato in frizzante zona di negozietti, boutiques e
localini, nonché studi d'arte molto trendy. E' lì che abbiamo
mangiato la pizza della foto. Purtroppo il tempo era davvero
inclemente e camminare con gli ombrelli in quelle piccole viette
risultava davvero disagevole: non si riusciva nemmeno ad alzare gli
occhi per osservare gli scorci offerti dalle vecchie case, così il
nostro giro è stato davvero rapido.
A piedi ci siamo diretti
a Xiantiandi, che dista una ventina scarsa di minuti. Altra piccola
zona ben tenuta e rinnovata che con i suoi localini e tavolini
all'aperto sembra quasi Parigi! Ahimé la pioggia insistente mi ha
lavato via ogni velleità di fare la fotografa e non ho nulla da
postarvi. Ma se googlate un poco vedrete che cosa intendo dire!
Le case Shikumen sono
(meglio sarebbe dire erano) una tipica forma di architettura
della Shanghai di fine '800 - primi '900, che coniugava lo stile
occidentale ed orientale. Erano casette di due piani, costruite una
attaccata all'altra e formavano vasti complessi, circondati da mura e
attraversati da strette viuzze, nei quali la vita si svolgeva in
maniera comunitaria e ognuno sapeva i fatti degli altri. Pensate che
negli anni quaranta circa l'80% della popolazione di Shanghai viveva
in case come queste. Poi, dagli ultimi anni 90, sono arrivate le
ruspe a buttare giù tutto ed a costruire i grattacieli. Esigenze
abitative diverse, forse. Ma per fortuna qualcuno si è battuto per
conservare almeno queste piccole zone, che forse appariranno
artefatte agli occhi dei puristi (non so dirvi se esistono ancora dei
quartieri vecchi che non sono stati rinnovati e dove la vita si
svolge ancora con la tipica atmosfera incasinata, popolosa e pure un
po' sporchetta della Cina “autentica”) ma per lo meno danno
l'idea di quello che doveva essere la città un tempo.
A Xiantiandi si può
anche visitare una di queste case, che ora è diventata un piccolo
museo e che contiene vecchi mobili e foto e, al secondo piano, una
mostra con molte didascalie ed immagini esplicative ed una bella sala
da the dove si possono anche comperare tazze e tazzine.
Shanghai è una città
che non smette di stupirmi coi suoi contrasti. Palazzi avvenieristici
e negozietti puzzolenti che vendono carne e interiora secche, immensi
e luccicanti centri commerciali e stradine sporche e incasinate.
Non è finita qua, ci
torneremo! Magari in una bella giornata di sole!