Ecco è iniziato
dicembre! Qua in Cina, ovviamente, l'atmosfera di Natale non si sente
un granché, sebbene nei grossi centri commerciali ci siano alberi
addobbati e musica ad hoc. Ma mancano le strade illuminate, le
lucette alle finestre, le sagome di presepi nei giardini, insomma
tutte quelle manifestazioni personali e genuine di una festività
fatta anche di tradizione e non solo di consumismo. Ma a 3000 km da
casa ci può stare.
Anche il Christmas Party
del Kindergarten, tutto sommato, è stato piuttosto deludente: molto
cinese e poco natalizio. Organizzato nella sala di un albergo, sul
palco si sono susseguite maestre canterine e genitori danzanti, e
l'immancabile Gangnam style. Molte ragazzine con vestiti bianchi tipo
matrimonio e signore asiatiche in abito da sera (erano le undici del
mattino) ma anche qua, poca davvero poca atmosfera natalizia. Mi
aspettavo almeno un Babbo Natale che distribuisse i doni, ma niente.
Sono stati spartiti dai maestri. La Pupella, di questo, era molto
contenta “Meno male che non è venuto Santa (Babbo Natale, ndt) a
portare i regali” e io “Perché??” risposta “Perché mi fa
paura”.
Cosa carina era che ad
ogni famiglia è stato chiesto di portare qualcosa da mangiare di
tipico del proprio paese d'origine. Sarebbe stato ancor più carino
se io fossi riuscita per lo meno ad assaggiare qualcosa, così almeno
vi raccontavo. Ma, correndo (sola) dietro ad uno e all'altro figlio
mi è rimasto davvero poco tempo per mangiare, scattare foto e
sollazzarmi. Ringraziate che, in fretta e furia, ho fatto lo
splendido scatto di cui sopra, così almeno vedete una panoramica
della tavolata!
Io mi farò portare dal
Babbo Natale con gli occhi a mandorla un regalo carino carino: il
forno! Ho deciso che con l'anno nuovo cercherò di cucinare più cose
possibili da me, badando molto alla qualità dei cibi. Non credo che
potrò permettermi una spesa totalmente bio (che nel Celeste Impero
costa come e forse anche di più che non nello Stivale), ma per lo
meno cercherò di evitare biscottini, pane, crackers confezionati e
tutti quegli snack pronti che abbondano nelle corsie di ogni negozio
alimentare cinese, ma che, a leggere (o cercare di leggere)
l'etichetta ti vengono i brividi: disodio edetato, metabisulfite,
neotame, butylated hydroxytoluene, senza contare l'onnipresente MSG,
ovvero glutammato monosodico. Insomma, chi più ne ha più ne metta.
Confesso che in questi primi mesi cinesi ho comperato gallette e
snack anche io, ma ho notato davvero che i miei figli sono
iper-agitati e niente mi toglie dalla testa che questo sia dovuto
anche a tutti gli addittivi e conservanti che propino loro, magari
convinta di dare una merenda sana (tipo mandorle o frutta secca). Non
è facile, per ovvi motivi, decifrare un'etichetta scritta in
caratteri cinesi. Ma ho imparato perlomeno che più lunga è la lista
degli ingredienti, peggio è. Se compero le mandorle, ad esempio,
perché ci sono cinque o sei ingredienti oltre alle mandorle? Che
cavolo ci hanno messo sopra? Insomma: tanta, tanta attenzione! Mai
dare nulla per scontato! Informarsi.
Anno nuovo, svolta
alimentare! Pregando sempre che le verdure comperate al mercato non
siano state innaffiate con l'acqua inquinata del canale. E cercando
di non diventare fanatici.