venerdì 4 dicembre 2015

SENTIRSI VIP (OSPEDALE CINESE PARTE SECONDA)


La sezione VIP dell’ospedale è una zona a parte al secondo piano: ampie vetrate, piante e divanetti, in ordine e accogliente, al centro si trova il bancone dove stazionano le infermiere e ai lati delle stanzette dove si fanno le visite, i prelievi, etc. 
Le infermiere parlano un inglese molto buono, i medici in carica alla sezione VIP sono due e si occupano delle visite generiche, mentre i medici specialistici (tipo la ginecologa che dovrò incontrare io) arrivano dai reparti e quindi comunicano solo in cinese, saranno le infermiere a fare da traduttrici.

Una delle cose belle del VIP è che l’infermiera ti accompagna a fare i prelievi, le ecografie (e tutte le varie prove ed esami richiesti durante una gravidanza) nelle varie sezioni dell’ospedale e si occupa lei di parlare e spiegare, inoltre salti tutta la fila: sei un VIP a tutti gli effetti! Tutto quello che devi fare è solo pagare: difatti fare una visita o un esame al VIP ti costa il doppio rispetto alla sezione “normale” (ma, credetemi, è ancora un prezzo basso rispetto alle visite private in Italia!).

“Sei matta, vai a fare le visite prenatali al Kowloon?” mi dice una mamma di Taiwan quando, ad un ritrovo di classe della Pupella, racconto di essere in dolce attesa. Perfino tra i cinesi di oltremare è diffusa la sensazione che l’ospedale nella “Mainland” sia un posto sporco, brutto e cattivo dove le norme igieniche non esistono.
“Guarda che anche negli ospedali cinesi esistono protocolli igienici!” ribatte una mamma austriaca, che anni fa ha vissuto nella Mongolia Interna e ne sa qualcosa “Mica riciclano gli aghi: è tutto sterile…” (ma la mamma di Taiwan non sembra molto convinta).

Per fortuna la prima impressione è buona: gli aghi sono davvero sterili e le infermiere indossano perfino la mascherina! Incontro finalmente la dottoressa (che sarà quella che mi seguirà per tutta la gravidanza e fino al cesareo e, pensate, siccome il suo nome sulle carte è scritto in cinese e non riconosco i caratteri, ancora oggi non so nemmeno come si chiama!) e faccio la prima chiacchierata e visita. 

Piccola nota curiosa per le donne: in Cina durante una gravidanza non si fa nemmeno una visita interna. In sei mesi di controlli mi hanno misurato la pancia, sentito il cuore del baby, misurato la pressione ma MAI visitata lì dove dovrebbe uscire il bambino!

Faccio i primi esami del sangue: arrivo lì alle otto del mattino e alle otto e venti sono fuori, fantastico! Niente a che vedere con le file lunghe un’ora che mi toccava fare, a stomaco vuoto e in preda alle nausee, nel mio ospedale italiano. Mah, che dire, lì mica ero VIP! Ed è anche comodo che l’ospedale sia a pochi minuti di taxi da casa mia: nemmeno il disturbo di arrivare fino a Shanghai per le visite!



Rassicurata, mi porto a casa il calendario delle visite (che tutto sommato non è tanto diverso da quello che si fa in Italia) e la prima foto dell’ecografia del mio bambino. Va tutto bene, non c’è da aver paura: partorirò in Cina, andrà tutto bene, ce la posso fare!

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