Portare due figli di (allora) venti
mesi e nemmeno quattro anni in un paese straniero dove si parlano ben
due altre lingue (cinese nella vita quotidiana e a scuola, inglese
con gli altri expat e a scuola) ha i suoi risvolti divertenti.
Dopo tre anni i miei figli parlano un
miscuglio di lingue che a volte è divertentissimo... io li capisco
ma mi chiedo se i miei parenti italiani riuscirebbero a cavarci fuori
un significato logico! Spesso nella frase mescolano parole in inglese
e (qualche volta) in cinese e anche la struttura della frase è tradotta
direttamente da queste due lingue.
Si va dalla più “banale”:
- Mamma, oggi la teacher ci ha chiesto di fare un drawing e disegnare flowers e bee
A strutture più sofisticate come:
- A cosa serve questo per? (traduzione diretta di “what is this for?”)
- Mamma stavo guardando per te! (traduzione di “I was looking for you” - ti stavo cercando)
- Cosa parlavi di? (“what were you talking about?”)
- Il mio nome è... (“My name is...”, la forma italiana “Mi chiamo...” non la usano quasi mai)
Poi ci sono le chicche che solo chi ha
studiato un po' di cinese può capire:
- La mia pancia ha fame (“Wo duzi e le” - traduzione letterale del cinese. Significa ho fame!)
- Tu sei il mio compagno di mamma (Ni shi wo tongxue de mama, sei la mamma del mio compagno)
Per fortuna ho notato che quando
partiamo per l'Italia qualcosa nel loro cervello scatta e iniziano a
parlare solo in italiano (già sull'aereo a dir la verità! E questo
mi sconcerta!), come se sapessero che la loro multilingua sarebbe
difficilmente compresa, che è un modo di comunicare adatto solo alla
nostra vita di Suzhou.
Per il momento quindi non mi preoccupo
troppo... il loro cervellino è davvero pieno zeppo di cose e non
voglio mettermi a fare la pedante e correggerli continuamente, anche
se cerco (cerco!) di parlargli solo in italiano, sebbene mi venga
spesso spontaneo usare la stessa multilingua! E allora sì che ne escono delle belle!