lunedì 20 ottobre 2014

CINESIZZARSI



“Ti sei cinesizzato?” E' una domanda che ci facciamo per scherzo in casa o tra amici italiani, quando notiamo che la persona in questione ha assunto abitudini tipiche dei locali, atteggiamenti che non avremmo preso se fossimo rimasti a vivere in madrepatria.
Sono a volte piccole cose, che si iniziano a fare senza rendersene conto e che, nel momento in cui le realizzi, spesso ti fanno sorridere.
Io ad esempio ho iniziato a scendere dall'autobus all'ultimo momento o a entrare nel vagone della metro senza aspettare che ne siano usciti tutti.
Guardo sempre l'indice AQI (quello che mostra la qualità dell'aria e la concentrazione di PM 2.5) prima di arieggiare la casa. Penso sia una cosa che solo chi ha vissuto in Cina (o in un altro paese altrettanto inquinato) può pienamente capire...
Sono diventata curiosa come una gazza, o meglio, lo sono sempre stata ma ora non ho remore nel dimostrarlo, come il cinese medio, che non si fa problemi a ficcare un po' il naso quando attorno gli succede qualcosa: se per strada accade un avvenimento che attira la mia attenzione, semplicemente mi fermo lì a guardare (e spesso in prima fila!). E, se si tratta di fare fotografie a qualcosa di bizzarro o inconsueto, non mi preoccupo più che il diretto interessato se ne accorga.
Una cosa che invece non riuscirò mai a metabolizzare è il fatto di dover gettare la carta igienica sporca nel cestino e non nel WC (sì, qua in Cina si fa così. E spesso è un obbligo, altrimenti i gabinetti si intasano).
Il Papi Viaggiante invece (colui che in Italia non osava andare in giro nemmeno col borsellino sportivo) qui in Cina sfoggia una... borsetta! Da uomo, ovviamente. Ma di marca famosa (ovviamente fake!).

La fashion-borsetta del Papi

La Pupella ormai non può farsi fare una foto se non si mette in posa davanti alla macchina fotografica facendo il segno della vittoria.
E il Torello... ve lo dico? No, non ve lo dico! Ma sì, dai, ve lo dico: la prima cosa che ha imparato a fare (e che faccio una fatica tremenda, in questo contesto, a insegnargli che da noi non si fa) è schiarirsi la gola in modo plateale e liberarsi delle sue secrezioni interne. Tanta salute, per carità, ma  cercare di fargli capire che in Italia la pratica in questione è qualcosa che si fa in privato sarà la mia prossima sfida.


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